Il Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione esprime la propria profonda preoccupazione per i numerosi episodi di intolleranza nei confronti di minoranze e gruppi sociali che si sono registrati nel FVG in questi ultimi giorni che sembrano evidenziare un grave rischio per la convivenza civile e la coesione sociale nella nostra regione.
Necessaria un'azione di prevenzione nei confronti dell'uso dei social network per la diffusione di messaggi di intolleranza e razzismo. Il Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione comunica di aver segnalato all'OSCAD (Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti di Discriminazione presso il Ministero dell'Interno) la vicenda del candidato alle elezioni comunali di Pordenone, di seconda generazione, pesantemente offeso su facebook da epiteti razzisti, al fine che vengano attivate le opportune indagini per l'eventuale accertamento dei reati di diffamazione aggravata di cui all'art. 595 c. 1 e 3 del c.p. ,con la circostanza dell'odio etnico-razziale, e di diffusione di idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico di cui all'art. 1 del D.L. n. 122/1993 convertito da L. 205/1993
Il Garante regionale ricorda come la comunicazione attraverso i social network attiene alla sfera pubblica in quanto i post e i commenti pubblicati sono destinati ad essere normalmente letti in tempi assai ravvicinati da un numero indeterminato di soggetti, per cui per tali forme di comunicazione la libertà di espressione trova il giusto limite del rispetto della dignità delle persone e, dunque, viene a cessare quando travalica nella diffamazione, nell'istigazione alla discriminazione, incitamento o diffusione dell' odio razziale, nazionale o religioso, così come riconosciuto dalla giurisprudenza europea e nazionale.
Il Garante regionale rileva la recente pubblicazione della seconda "Mappa dell'Intolleranza", un progetto ideato da Vox - Osservatorio italiano sui diritti in collaborazione, con le Università di Milano, Bari e La Sapienza di Roma e fondato sull'analisi della concentrazione di messaggi sessisti, razzisti, omofobi e islamofobi inviati via twitter. Tale ricerca dimostra come i social media diventino un veicolo privilegiato di incitamento all'intolleranza e all'odio verso gruppi minoritari, data la correlazione sempre più significativa tra il ricorso a un certo tipo di linguaggio e la presenza di episodi di violenza. Appare preoccupante come, secondo tale ricerca, nella nostra regione i messaggi `intolleranti' siano particolarmente presenti in rapporto alla popolazione residente, rendendo necessari interventi di prevenzione e promozione all'uso corretto dei social network, nonché di supporto all'inclusione sociale e di promozione delle pari opportunità.