Con una nuova lettera inviata in data odierna, il Garante regionale dei diritti della persona –componente con funzioni di garanzia per le persone a rischio di discriminazione – risponde ad alcune segnalazioni pervenute da cittadine residenti nel Comune di Trieste che lamentano il diniego opposto alla loro richiesta di trascrizione nel registro provvisorio delle unioni civili del loro atto di matrimonio omosessuale concluso all’estero in quanto le richieste e la relativa documentazione sarebbero state presentate direttamente agli uffici comunali e non per il tramite delle autorità consolari o diplomatiche italiane all’estero. Nella lettera inviata al Sindaco e ai Servizi Demografici –Stato civile del Ministero dell’Interno, il Garante sottolinea come la prassi del Comune di Trieste potrebbe porsi in conflitto con il principio generale dell’ordinamento di stato civile, circa la funzione pubblicistica della trascrizione, determini un trattamento differenziato tra trascrizione degli atti di matrimonio formati all’estero tra persone di sesso diverso rispetto a quella degli atti di matrimonio o di unione civile formati all’estero tra persone dello stesso sesso, così come evidenzia come molte altre amministrazioni comunali in tutta Italia consentano invece agli interessati la consegna di persona della documentazione, ai fini della trascrizione, senza richiedere necessariamente il passaggio per il tramite delle autorità consolari o diplomatiche.
Nella nuova lettera, Il Garante regionale prende atto dell’intenzione della Giunta comunale di mettere a disposizione la sala Bazlen di Palazzo Gopcevich per la costituzione delle unioni civili, ma continua a ritenere che tale soluzione non sia compatibile con la clausola antidiscriminatoria contenuta nella legge sulle unioni civili (comma 20 art. 1 legge n. 76/2016), e con i principi di parità di trattamento di cui alla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo. Il Garante, infine, ribadisce come la citata clausola anti-discriminatoria dovrebbe trovare applicazione anche riguardo alla possibilità che le funzioni dell’ufficiale di stato civile, per la costituzione delle unioni civili, al pari di quanto avviene per i matrimoni civili, possano essere svolte dai consiglieri comunali o dai privati cittadini, all’uopo delegati dal Sindaco su richiesta dei diretti interessati.
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