L'arte e la cultura

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La sede del Consiglio regionale apre le porte all'arte, ospitando esposizioni temporanee visitabili anche dai cittadini presso gli spazi attigui all'aula consiliare.

Oltre alle tradizionali mostre pittoriche, recentemente si sono aggiunte le esposizioni di artigianato artistico e le rassegne fotografiche riguardanti temi d'interesse generale.

Di seguito sono segnalate le mostre allestite dal 2016.


 

24 aprile 2017

Segni indelebili
Mostra fotografica di Monica Simonelli

Palazzo del Consiglio regionale, dal 26 aprile al 26 maggio 2017  

‘Segni indelebili’, di Monica Simonelli, è il titolo della rassegna espositiva che il Consiglio regionale ha ospitato, dal 26 aprile al 26 maggio, sul tema della violenza sulle donne.

‘Intimidazione, violenza e isolamento.  

Da sempre, la donna, piccola o adulta che sia, ha dovuto sopportare le debolezze di persone che spinte da incertezze, paure e/o rabbia, hanno sfogato i propri istinti gratuiti su di esse.  

Dai tg e dai media, si viene a conoscere la furia di tali atti che in alcuni casi si è limitata a semplice violenza psicologica che comunque lascerà un segno indelebile nella vittima, ma ben più spesso, ha raggiunto quella fisica fino all'estremo dei gesti... la morte.  

Comunemente, si ritiene che una donna sia un essere inferiore e fragile e da questo ne deriva certezza di un potere di possesso nei suoi confronti, tanto da poter decidere cosa farne per trarre soddisfazioni dai propri disagi personali. Tutto questo, riduce la vittima ad uno stato di sottomissione, impotenza, smarrimento e incapacità di reagire.‘ (Presentazione a cura dell’artista)

La mostra è stata inaugurata mercoledì 26 aprile, alle ore 13.30, nella pausa dei lavori dell'Assemblea regionale.

 
24 aprile 2017

Il calcio in farmacia
Rassegna fotografica di Lorenzo Zanolla

Palazzo del Consiglio regionale, dal 26 aprile al 26 maggio 2017  

Dal 26 aprile al 26 maggio, negli spazi espositivi del Consiglio regionale, è stata allestita la mostra fotografica ‘Il calcio in farmacia’, di Lorenzo Zanolla, sul tema del doping. 

‘Quando si è bambini, il libero arbitrio dell'età porta, grazie al grande aiuto dei genitori, ad iniziare un'attività sportiva come il calcio, sport di squadra, di collettività che con unione di intenti da parte di tutti gli interpreti mira alla formazione di atleti ma soprattutto prepara alla vita; principi come il rispetto per l'avversario e la responsabilità di ogni singolo atleta verso i propri compagni per affrontare uniti le difficoltà della gara sono fondamentali.
Con la crescita aumentano le difficoltà e gli ostacoli che con il sacrificio degli allenamenti e la perseveranza degli obbiettivi si superano, portando risultati e vittoria, ma, allo stesso tempo, a causa degli interessi di alcuni intermediari che speculano sul talento dei giovani promettendo soldi e fama, e con l'arrivismo di alcuni atleti, si rischia di confondere il calcio e la farmacia, con risultati, ahimè, inevitabili e a volte invalidanti. Il Doping aumenta le prestazioni e fa diminuire i tempi di recupero, mentre le scommesse aumentano fama e denaro, ma portano anche problemi con la giustizia, il crollo fisico e mentale. Malattie invalidanti e degradanti come SLA, Tumori e Leucemie ne sono la dimostrazione. Il Doping e le scommesse, solo allora, diventano un insostenibile macigno sulla coscienze di ogni singolo atleta e la morte dello spirito calcistico insegnatoci da bambini!

Ho voluto, in modo diretto e volontariamente esplicito, scrivere con la luce una denuncia sul doping, con l'intento di smuovere le coscienze su una piaga che avrà per statistica i suoi picchi proprio nei prossimi anni, visti i pochi regolamenti, i pochi controlli e i mezzi inefficienti tra gli anni 60-80.
La volontà è di educare le prossime generazioni sull'uso e sull'abuso di queste sostanze, e sulle conseguenze che possono portare in una società che oggi, più che mai, ha bisogno di stimoli forti che indichino il percorso giusto e corretto.

Si, è vero, la cosa più facile è nascondere l'evidenza piuttosto che rappresentarla. Ma io sono un sostenitore dello sport pulito e del sacrificio per ottenere risultati. Nessuno regala niente: questo deve essere il motto delle nuove generazioni. Tali motivazioni devono essere sostenute dalle istituzioni mondiali, nazionali, regionali, dagli stessi club, dai medici, dai dirigenti e dai genitori; genitori da cui, in primis, ci si aspetta obbiettività e rigore per le regole che il calcio insegna, anche se convinti di avere il campione in casa.’ (Presentazione a cura dell’artista) 

La mostra è stata inaugurata mercoledì 26 aprile, alle ore 13.30, nella pausa dei lavori dell'Assemblea regionale.

 
24 aprile 2017

Ferriera
Rassegna espositiva di Erika Cei

Palazzo del Consiglio regionale, dal 26 aprile al 26 maggio 2017  

Il Consiglio regionale ha accolto, dal 26 aprile al 26 maggio 2017, la rassegna espositiva ‘Ferriera’ di Erika Cei.

‘Il progetto nasce nell’ottobre dello scorso anno con la finalità di documentare le condizioni di vita delle persone che abitano nei quartieri di Servola e Valmaura, a stretto contatto, dunque, con la Ferriera, stabilimento siderurgico datato 1897 che è tuttora in piena attività. 
È difficile descrivere con poche immagini la vita degli altri. È difficile soprattutto quando ci si trova di fronte a persone che sono malate o che soffrono per la perdita dei loro cari e, oltre a questo, si trovano a combattere quotidianamente, contro fumi, polveri, odori, rumori di ogni genere che rendono la loro vita difficile, per non dire al limite. La mostra è dedicata a tutte queste persone, nella speranza che le loro storie non passino inosservate.' 

'Storica di formazione, appassionata da sempre di immagini, Erika Cei ha iniziato a interessarsi al reportage grazie ad un workshop con la fotografa e scrittrice Monika Bulaj.
Autore dell’anno FVG 2014 – FIAF con il lavoro Accademia della follia – una commedia in tre atti, si è occupata anche di Bosnia Hercegovina e, sempre nel 2014, ha pubblicato su Osservatorio Balcani e Caucaso un reportage sulle alluvioni che hanno devastato il Paese.
Premiata da Workshop Foundry Photojournalism per A time for gypsies, un lavoro riguardante una famiglia Rom a Sarajevo, ha inoltre realizzato E io ci metto la faccia, 160 ritratti di persone nell’ambito dell’iniziativa Salviamo la scritta La verità è rivoluzionaria, presso l’ex o.p.p. di Trieste.
Agli inizi del 2016, ha allestito, presso Oltre il giardino a Pordenone, la mostra La meta, reportage realizzato prevalentemente in Silos e relativo ai profughi afghani e pakistani che sono arrivati in Friuli Venezia Giulia, attraverso la rotta balcanica. Da tre anni sviluppa un progetto sulle contraddizioni dell’Europa contemporanea, di cui il reportage Ferriera è parte integrante.
Più di recente ha partecipato a Dublino alla mostra collettiva Trieste-Dublin, con alcune immagini relative agli anni trascorsi a Trieste dallo scrittore irlandese James Joyce. Il progetto porta il titolo Sua mare grega, appellativo scherzoso e del tutto triestino, con cui lo scrittore irlandese James Joyce chiamava la sua opera più celebre, l’Ulisse.’ (Presentazione e biografia a cura dell’artista) 

La mostra è stata inaugurata mercoledì 26 aprile, alle ore 13.30, nella pausa dei lavori dell'Assemblea regionale.