L'arte e la cultura
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La sede del Consiglio regionale apre le porte all'arte, ospitando esposizioni temporanee visitabili anche dai cittadini presso gli spazi attigui all'aula consiliare.
Oltre alle tradizionali mostre pittoriche, recentemente si sono aggiunte le esposizioni di artigianato artistico e le rassegne fotografiche riguardanti temi d'interesse generale.
Di seguito sono segnalate le mostre allestite dal 2016.
Mostra 'Centenarie - Società sportive in FVG'
L’esposizione intende mettere in risalto, attraverso la storia di queste realtà, il legame indissolubile tra la loro attività e i rispettivi territori di riferimento: queste società sportive rappresentano un vero e proprio specchio virtuoso delle comunità che rappresentano, e dei valori che contraddistinguono il carattere del Friuli Venezia Giulia: dignità, tenacia, impegno e solidarietà.
Il Friuli Venezia Giulia è notoriamente terra di sport e di sportivi. Nelle varie classifiche nazionali sull’argomento, il nostro territorio figura sempre ai vertici tra le regioni “più sportive” d’Italia in quanto a rapporto tra la popolazione residente e numero di atleti e medaglie conquistate: un traguardo rilevante, se consideriamo che la nostra regione è spesso considerata “piccola” e periferica.
L’Unione Stampa Sportiva del FVG e il CONI hanno voluto celebrare degnamente le 42 società sportive “centenarie” della nostra regione, ovvero quelle fondate dal 1799 sino al 2021, anno di chiusura del “quadriennio” che ha portato alle Olimpiadi di Tokyo.
La mostra vuole evidenziare la storia sportiva, e con essa al tempo stesso anche quella sociale e culturale che le nostre genti hanno vissuto, partecipando e vivendo intensamente nelle società sportive regionali.
La “veneranda” età di molte società sportive in Friuli Venezia Giulia non ha confronti in Italia: radicandosi fortemente nel tessuto sociale del nostro territorio, ne plasmano la cultura sportiva e quella della socialità. In questi pannelli vi è un tributo alla bontà degli ideali su cui si fonda lo sport: fair play; rispetto per gli avversari e per le regole; superamento delle barriere e delle divisioni; celebrazione del principio di lealtà e dell’etica della correttezza.
La mostra, attraverso il suo percorso e i pannelli che via via si susseguono, desidera offrire quindi una meritata vetrina alle realtà sportive centenarie del FVG, ne riconosce e ne valorizza l’importanza e celebra la loro attività e l’appassionato impegno.
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Inaugurazione: mercoledì 20 marzo 2024, alle 13.30, nella pausa dei lavori dell'Assemblea, negli spazi antistanti l'Aula consiliare.
Mostra "Amuri di petra. Lampedusa, l’isola che c’è"
Reportage fotografico di Mara Fella
A Lampedusa il silenzio di una terra solitaria e arcaica è stato rotto, e ora tutto è diventato narrazione di narrazioni, anche quelle sospese o inascoltate di coloro che tra i flutti sono riusciti a raggiungere quest’isola. Le onde che si infrangono sugli scogli sono racconti che vengono da lontano, sussurrano qualcosa che magari non riusciamo a comprendere: sono il respiro di una dimensione esistenziale che supera ogni contingenza; a saperle ascoltare sulle rive di una terra mitica, sono la voce saggia e un po’ sconsolata della storia, che scandisce lo scorrere del tempo e tuttavia lo travalica.
Il tutto a partire comunque da un fondamento: il rifiuto dell’immagine costruita apposta per avere un impatto mediatico.
Pure la scelta del bianco e nero va in questo senso: un bianco e nero tenuto sui toni molto bassi, quasi che l’immagine con la sua verità percettiva debba emergere all’oscurità delle contraddizioni del mondo e dal buio dello spirito che ne deriva. C’è qualcosa di alchemico o di filosofico in questo voler credere che la fotografia sia una conquista di luce, e non tanto o non solo di luce fisica quanto piuttosto di luce spirituale, di consapevolezza o di vicinanza.
Il reportage di Mara Fella sull’isola di Lampedusa può certamente essere inteso come il diario di uno sbarco, ma va soprattutto interpretato come una ricerca di umanità vera, nelle testimonianze degli uomini così come nella presenza apparentemente muta delle cose. Quella dell’artista isontina è primariamente una fotografia umanista, ha sempre l’uomo al centro, e più che agli eventi dà spazio ai sentimenti e alle emozioni che li precedono o che li seguono.
Ma anche quando fotografa delle cose o degli oggetti, in realtà Mara Fella fa dei veri e propri ritratti: perché gli elementi materiali hanno comunque una loro voce, raccontano una propria storia da ascoltare e da mettere al sicuro in un’immagine. Mara Fella nella sua narrazione non cade nel tranello di alcuna retorica migratoria, ma punta all’essenziale e parte da immagini scarne di austero contesto: un tratto brullo di costa rocciosa, un cespuglio di fichi d’India, poche pecore al pascolo.
Il racconto dell’artista è fatto “in punta di piedi”, non concede nulla allo spettacolo, al pietismo o alla facile denuncia. Ha, invece, la finalità di farci riflettere sul nostro modo di essere e di rapportarci l’un l’altro. Ogni immagine ha il regio dell’essenzialità: al tempo stesso forte e delicata, offre lo spunto per andare al di là di ciò che viene rappresentato. Sullo sfondo rimane l’isola di Lampedusa, con il suo dilemma ancora irrisolto di essere, a seconda dei punti di vista, inizio o fine d’Europa.
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Inaugurazione: giovedì 1° febbraio 2024, alle 13.30, nella pausa dei lavori dell'Assemblea, negli spazi antistanti l'Aula consiliare.
15 ARTISTI X 15 X SVEVO
La mostra “15 ARTISTI X 15 X SVEVO” - con la curatela di Franco Rosso e organizzata dal Centro Iniziative Culturali Z04 in collaborazione con la Biblioteca consiliare Livio Paladin - celebra l’anniversario dei 100 anni della pubblicazione de “La coscienza di Zeno” che decretò la fama e il successo internazionale di Italo Svevo.
“Cento anni fa – scrive Franco Rosso nella presentazione - l’editore Cappelli di Bologna pubblicava “La coscienza di Zeno”, il terzo romanzo scritto da Italo Svevo che diverrà rapidamente un caso letterario e consacrerà l’autore come uno dei più importanti scrittori del Novecento. Negli ultimi dieci anni dell’800 Svevo aveva già pubblicato - a sue spese - due libri: Una vita e Senilità, ambedue passati inosservati. Quindi, dopo 25 anni di delusa inattività, Svevo con La coscienza di Zeno ottiene riconoscimenti e successo internazionale: l’amico ed estimatore James Joyce da Parigi l’aveva supportato segnalandolo al famoso critico Cremieux e Montale l’aveva apprezzato e recensito in Italia (su suggerimento di Bobi Bazlen, il triestino “non scrittore” che correggeva scrittori). Per celebrare l’anniversario dei cento anni dalla pubblicazione del libro è stato chiesto a quindici artisti di interpretare creativamente l’evento. L’esito è rappresentato da questa rassegna, un caleidoscopio di immagini che interpretano visivamente l’autore del libro, come pure il protagonista Zeno Cosini, ma anche il senso stesso del monologo psicoanalitico che costituisce il testo.
Sono per scelta opere di pittura a sottolineare quanto l’arte figurativa ha significato per intere generazioni di letterati e gli esempi di Dino Buzzati o Italo Calvino ne sono una eloquente testimonianza con la loro autonoma attività pittorica al fianco della scrittura.
Nella pittura contano fondamentalmente due cose: l’occhio e il cervello, che tra loro devono aiutarsi...Questo è avvenuto nell’azione dei quindici artisti di questa rassegna, sia quando hanno visualizzato il “senso” del testo, cogliendo magari che, alla fine, la malattia di Zeno era la malattia del suo mondo, della sua epoca, di un mondo borghese che si stava disgregando avviandosi verso una guerra; sia quando hanno interpretato il ritratto di Svevo alle prese con “l’ultima sigarette” o in una dimensione cromatica ricordando che l’ autore era un grande appassionato d’arte e che proprio sui colori si fondava la sua attività imprenditoriale.
Nell’insieme i quindici artisti dimostrano che anche nella società contemporanea standardizzata ed orizzontale, l’arte ci invita ad una visione più “verticale”, che ci avvicina alla profondità: l’arte ci guarda negli occhi, ad altezza naturale, a volte ci sposta dal nostro immobilismo, forse influisce sui nostri punti di vista, magari ci aiuta a trovare il senso delle cose”.
Artisti: Akis, Franca Batich, Gabry Benci, Patrizia Bigarella, Raffaella Busdon, Alessandro Calligaris, Paolo Cervi Kervischer, Francesca Danese, Taddea Druscovich, Alessandro Finozzi, Carlo Fritsch, Mauro Martoriati, Walter Milan, Nikolinka Nikolova, Lilija Radoeva Destradi.
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Inaugurazione: mercoledì 13 dicembre 2023, nella pausa dei lavori dell'Assemblea regionale, negli spazi antistanti l'Aula consiliare.