garante regionale dei diritti della persona
Notizie dal Garante
Il Garante Citti interviene affinchè non si escludano i cittadini di Stati terzi non membri UE dalle selezioni di personale indette dalle imprese del trasporto pubblico locale.
Il Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione chiede che i cittadini di Stati terzi non membri dell’UE non vengano esclusi dalle selezioni di personale indette dalle imprese del trasporto pubblico locale.
Il Garante segnala che alcune imprese del trasporto pubblico locale operanti nel FVG continuano ad applicare una clausola discriminatoria nell’accesso a tali posizioni lavorative, nonostante sia stata abrogata espressamente nel 2014.
Con una lettera inviata lo scorso 27 gennaio, il Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione segnala il carattere discriminatorio di un avviso di selezione di personale indetto dall’APT (Azienda provinciale Trasporti) di Gorizia per la formazione di una graduatoria per l’assunzione di conducenti di linea ed in scadenza il prossimo 24 febbraio.
Il Garante regionale rileva come tale selezione sia aperta ai soli cittadini italiani e di altri Paesi membri dell’Unione europea in quanto l’Azienda ha ritenuto ancora in vigore una norma di legge risalente al 1931 (l’art. 10 comma 1 dell’allegato A al regio decreto 8 gennaio 1931, n. 148), che in realtà è stata espressamente abrogata dal legislatore con il decreto legislativo n. 40/2014 (Attuazione della direttiva europea 2011/98 relativa al permesso unico per lavoro dei cittadini di Stati terzi). Il Garante ha dunque chiesto all’APT di Gorizia di modificare l’avviso di selezione garantendo la parità di trattamento nell’accesso alla selezione anche ai cittadini di Stati terzi regolarmente soggiornanti in Italia e titolari di permessi di soggiorno che consentano l’esercizio di attività lavorativa.
Il Garante ha inviato il parere anche alla TriesteTrasporti spa, rilevando come nel corso del 2015 erano state indette da detta azienda di trasporto pubblico selezioni per il reclutamento di personale pure contenenti la clausola discriminatoria, sebbene fosse già entrato in vigore il citato decreto legislativo n. 40/2014 che l’aveva espressamente abrogata.
Il Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione confida, pertanto, che dette clausole discriminatorie non troveranno più applicazione negli avvisi e procedure di reclutamento del personale da parte delle aziende del trasporto pubblico operanti nel territorio regionale.
Convegno: "La lotta alle discriminazioni e al razzismo nello sport"
Venerdì 17 febbraio 2017 alle ore 16.00 si terrà il Convegno "La lotta alle discriminazioni e al razzismo nello sport" presso la Sala Tessitori del Consiglio regionale a Trieste.
Il Convegno si tiene nell'ambito delle iniziative organizzate dal Garante regionale dei diritti della persona in preparazione della Settimana Internazionale contro il Razzismo. Un'occasione di confronto per parlare dello sport e della sua funzione sociale ed educativa in una società sempre più multiculturale ed educativa.
Apriranno i lavori Franco Iacop, Presidente del Consiglio regionale, Gianni Torrenti, Assessore regionale alla Cultura, Sport e Solidarietà e Giorgio Brandolin, Presidente del Comitato Regionale del CONI del Friuli Venezia Giulia.
Seguiranno poi gli interventi di Walter Citti,Garante regionale per le persone a rischio discriminazione, Antonello De Oto, Professore associato di Diritto Ecclesiastico Italiano e comparato e Diritto delle Religioni dell'Alma Mater Studiorum, Fabio Spitaleri Professore aggregato di Diritto del Mercato Unico e della Concorrenza presso l'Università degli Studi di Trieste, Mauro Valeri Sociologo, funzionario presso l'UNAR, moderati da Giovanni Marzini, Presidente del CORECOM FVG.
Concluderà poi Cecile Kyenge, Parlamentare europea, Membro della Commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni e della COmmissione Cultura e Istruzione.
Il convegno è stato accreditato dall'Ordine degli Avvocati della Provincia di Trieste con il suo inserimento nel programma di formazione continua per gli avvocati e i praticanti legali abilitati di n.2 crediti formativi
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Comunicato del Garante Citti: Il Comune di Trieste continua a negare pari dignità sociale alle coppie omosessuali che intendono costituire un’ unione civile.
Il Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione esprime forti perplessità sulla recente deliberazione della Giunta comunale di Trieste (n. 719 del 29 dicembre 2016), con la quale viene confermata la decisione dell’Amministrazione comunale di mantenere distinte e separate le sedi per la celebrazione dei matrimoni civili, rispetto a quella messa a disposizione per la costituzione delle unioni civili, così come di individuare nuove sedi aggiuntive per la celebrazione dei soli matrimoni civili.
Il Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione ritiene che tale delibera, al pari di quella precedente (n. 453 del 22.09.2016), sia discriminatoria ed illegittima, in quanto in palese violazione della clausola generale di equivalenza di cui al comma 20 dell’art. 1 della legge n.76/2016 per cui alle unioni civili devono essere estese tutte le leggi e i provvedimenti amministrativi (e dunque anche quelli comunali) in materia di matrimonio. Al fine di adeguarsi alla norma di legge nazionale, il Comune di Trieste dovrebbe semplicemente estendere anche alla costituzione delle unioni civili le norme previste dall’apposito regolamento comunale per la celebrazione dei matrimoni civili e relative deliberazioni giuntali relative a sedi e tariffario. Ugualmente, a parere del Garante, non appare giuridicamente fondato il trattamento differenziato operato dall’Amministrazione comunale in termini di esercizio del potere di delega da parte del Sindaco ex art. 1 comma 3 D.P.R. n. 396/2000 per l’identificazione dei soggetti abilitati alla celebrazione del matrimonio rispetto a quelli abilitati alla costituzione delle unioni civili. Con riferimento a prassi e decisioni amministrative analoghe a quelle triestine, rispettivamente del Comune di Padova ( Veneto) e di quello di Stezzano (Lombardia), la giustizia amministrativa ha recentemente riconosciuto che la sostanziale parificazione della nozione di coniuge con quella di persone unita civilmente, tanto negli aspetti dei rapporti personali che patrimoniali e successori, pur nella distinzione dei relativi e specifici istituti, fa sì che la richiamata ‘clausola di equivalenza’ deve estendersi anche al momento costituivo del vincolo, obbligando dunque il Comune ad assicurare la costituzione dell’unione civile in maniera non difforme rispetto a quanto previsto per la celebrazione del matrimonio quanto a sedi, tariffe e soggetti abilitati e delegati alla celebrazione (si veda TAR Lombardia, sezione di Brescia, sentenza 29 dicembre 2016; TAR Veneto, sez. I ordinanza cautelare 7 dicembre 2016).
Il Garante regionale, pertanto, esprime amarezza per il perpetuarsi sull’argomento di provvedimenti da parte del Comune di Trieste che oltre ad apparire sempre più palesemente illegittimi alla luce dei recenti pronunciamenti giurisprudenziali dei diversi TAR, sembrano veicolare un messaggio discriminatorio contrario al principio fondamentale di pari dignità sociale delle persone a prescindere dal loro orientamento sessuale.