L'arte e la cultura

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La sede del Consiglio regionale apre le porte all'arte, ospitando esposizioni temporanee visitabili anche dai cittadini presso gli spazi attigui all'aula consiliare.

Oltre alle tradizionali mostre pittoriche, recentemente si sono aggiunte le esposizioni di artigianato artistico e le rassegne fotografiche riguardanti temi d'interesse generale.

Di seguito sono segnalate le mostre allestite dal 2016.


 

13 aprile 2018

Silvano Clavora

Espressioni carsiche

Palazzo del Consiglio regionale, dal 13 aprile al 29 giugno 2018 

Opera in mostra, tecnica mista.Il Consiglio regionale ha ospitato, fino al 29 giugno, ‘Espressioni carsiche’, la personale dell’artista triestino Silvano Clavora.

Venerdì 18 maggio, alle ore 17, la curatrice ha tenuto, alla presenza dell’artista, una visita guidata alla mostra. 

‘Il Carso con i suoi molteplici aspetti e umori, le sue brume e gli abissi di luce, il rosso brillante del sommaco e i toni verdi della bella stagione, le algide cave, le sue acque segrete, ha rappresentato per anni – dagli esordi dell’artista ai nostri giorni – una delle tematiche predilette e più sentite da Silvano Clavora, pittore estremamente poliedrico e sperimentatore fantasioso e inesauribile.

L’evoluzione del suo linguaggio, dal figurativo d’inclinazione tradizionale realizzato a olio su faesite negli anni sessanta al metrico a tecnica mista degli anni Duemila, orientato sempre più verso l’informale, ha abbracciato in modo continuativo il Carso, offrendo al fruitore molteplici interpretazioni dell’essenza di questo paesaggio speciale, dalle energie segrete e unico per certe caratteristiche della flora. (...)

Attraverso una cinquantina di lavori, tra cui molti inediti, l'autore riesce a raccontare l'amato paesaggio carsico, traducendone infine, dopo il Duemila, la fisicità in una sorta di bassorilievo materico che interpreta e ci restituisce, mediante le sue aspre concrezioni, il concetto d'energia insito in queste terre. Clavora sottolinea inoltre con vigore le asperità e le specificità di questo altopiano speciale grazie alle rifrazioni di luce che dalla tridimensionalità di tali 'bassorilievi' contemporanei si dipartono, enfatizzate nelle prove più recenti anche dal rapporto tra bianco e nero, divenuto nel frattempo l'accostamento cromatico preferito dall'artista'.

(dalla presentazione del catalogo a cura di Marianna Accerboni) 

Catalogo in mostra. 

CR: inaugurata mostra di Silvano Clavora

 
13 marzo 2018

Enzo Valentinuz

Dettagli

 Palazzo del Consiglio regionale, dal 14 marzo al 13 aprile 2018 

dal catalogo

Il Consiglio regionale ha ospitato le opere di Enzo Valentinuz, artista di Romans d'Isonzo, dove vive ed opera, formatosi all'Accademia delle belle arti di Venezia. 

"Ospitare nella sede del Consiglio regionale la mostra "Dettagli" di Enzo Valentinuz vuole essere un omaggio all'artista di Romans d'Isonzo che con le sue opere, rinnovando in modo originale e contemporaneo l'antico fascino del mosaico e del graffito e utilizzando le pietre calcaree come elementi pittorici, canta la bellezza di un paesaggio - quello dell'altipiano carsico - nel quale la natura si intreccia con la storia e le pietraie sono testimoni e custodi della memoria di drammatiche pagine del primo immane conflitto mondiale, cent'anni fa. La mostra, allora, è certo un'occasione per celebrare una volta di più, nella sede che rappresenta l'intera Comunità regionale, questo anniversario a cui molte iniziative sono state dedicate, e al tempo stesso è anche il racconto del processo artistico di Enzo Valentinuz, dei suoi linguaggi espressivi e della sua esuberante capacità creativa.

Una confidenza con l'espressione artistica che Valentinuz coltiva da decenni, prima con gli studi accademici, la frequentazione di Maestri come Cesare Mocchiutti e Bruno Saetti, la partecipazione a concorsi di rilevanza nazionale, la frequentazione assidua di luoghi deputati all'arte, per aprirsi, poi, solo tre lustri fa, a una nuova intensa fase di attività, consegnandoci in breve una ricchissima produzione e suggestive esposizioni.

Con la rassegna "Dettagli" (...) egli ora ci invita a guardare le sue opere con occhi, cuore e mente indagando oltre la superficie, spingendo lo sguardo oltre, per lasciarci stimolare e interrogare dalle sue composizioni nelle quali nulla è lasciato al caso; e agli intonaci e alle pietre, naturali e colorate, allineate, affastellate, ricomposte in infinite geometrie, affida il compito di trasmettere un'idea, un concetto, una suggestione, un ricordo, una emozione evocativa. Emozioni imbrigliate nella trama e nell'ordito dei suoi arazzi carsici o racchiuse nelle sue carsiane, ma anche nelle piume arruffate di un giallo, nella fioritura d'un giardino essenziale, nel contenuto organizzato delle sue scatole.

Le parole dell'autore suonano emblematiche quando allude al suo graffito su intonaco ispirato alle trincee e alle altre opere realizzate con le pietre carsiche che suggeriscono la memoria di confini, conflitti e divisioni ma che rappresentano anche la tavolozza dei colori forti del Carso e del mare, che esprimono energia pura; pietre che solo in un secondo momento ha cominciato a colorare perché anche il Carso con il tempo, sottolinea Valentinuz, si è colorato con i colori della vita.

C'è poesia in queste opere, e c'è anche qualcosa di ludico, nel gioco delle combinazioni delle forme e dei colori, nell'ordine e nel disordine degli elementi: vale dunque la pena di assecondare l'invito a cercare il dettaglio, per recepire l'insito messaggio aperto alla speranza.

Un messaggio di cui la società ha bisogno. E l'augurio a Enzo Valentinuz è dunque che, nel segno della speranza e del senso del futuro, possa dal legame profondo con la sua terra e le sue pietre e dalla sua sensibilità artistica ancora trarre feconda ispirazione per continuare a raccontare la Storia, il paesaggio, la vita." (Dalla presentazione del catalogo)

Catalogo in mostra.

La mostra è stata inaugurata martedì 13 marzo, alle 13.30, nella pausa dei lavori dell'Assemblea regionale.

 
13 marzo 2018

Lanfranco Brisighelli

> Cattivo Frank

Palazzo del Consiglio regionale, dal 13 marzo al 31 maggio 2018

Dall'invito

La mostra personale del poliedrico artista Lanfranco Brisighelli, nato a Udine nel 1958, è stata allestita al secondo piano della sede consiliare.

“C’è qualcosa che tutti ci riguarda nelle opere di Franco e ogni volta che le incrocio mi chiedo che cosa sia. E mi trovo sempre davanti due possibili, entrambe virtuose, strade: il riutilizzo di ciò che è scarto e l’arcaicità del risultato ottenuto. Il primo pensiero, lo ricordo bene, fu di pancia e mi portò alla Medea di Pasolini. Li vedevo lì i suoi gioielli, intorno al collo, intorno alla vita, alle caviglie, lungo le braccia e sulle dita di Maria Callas e non mi sorprese, più tardi, scoprire che, insieme alle formidabili “sedute”, avevano reso ancora più intensa un’altra Medea, interpretata in teatro da Giuliana Musso. Ciò che è arcaico ci riguarda tutti. Impossibile restarne indifferenti. Il filtro polveroso della ragione, di quanto conosciamo, di quanto ci piace e non ci piace viene saltato con un balzo e l’immagine precipita dritta giù, dentro, verso zone sulle quali non abbiamo pieno dominio, zone più interne e meno esplorate.

Nella mia disordinata esperienza ho potuto verificare un fatto: perché ciò avvenga, l’artista deve fidarsi della propria incoscienza. Sapere, cioè, che potrà controllare l’opera solo fino a un certo punto, facendo tesoro delle tecniche apprese. Oltre quel punto c’è il caso, l’incidente, che va lasciato operare, magari tenendolo d’occhio. Lasciare che faccia un po’ lui. E, ancora, c’è l’incontro fortuito, in questo caso con l’oggetto che scatena tutto ciò che sarà. Per Franco questi oggetti sono lo scarto dello scarto, i sottopària della materia solida: cocci di cocci di vetro, legni feriti e buttati, cinghie esauste, materiali che la farebbero finita da sé se solo ne avessero la possibilità. Vederli, sentire che diventeranno re e regine, è già vivere in una dimensione non ordinaria. È una questione di attenzione verso il mondo. La fantasia non c’entra nulla, anzi, è un ostacolo. Franco li vede e li sente quei relitti.

Poi li mette da parte. Sa che prima o poi scatterà una seconda scintilla, un testa a testa che svelerà di quale bellezza quegli scarti fossero intrisi.

Nell’equilibrio tra i fenomeni sopra descritti, può capitare che nascano opere che, appunto, ci colpiscono tutti senza possibilità di fuga. Al di là della preparazione, della cultura, della geografia di chi guarda. I gioielli qui esposti potrebbero appartenere alle steppe del Nefur, del deserto di Thar o alla Patagonia. Ed essere di qualsiasi epoca: del Neolitico come di un tempo che verrà. L’arcaico è ciò che è stato e anche ciò che sarà, è sempre attuale. Ed è pieno di silenzio.” (Dalla presentazione del catalogo)

Catalogo in mostra.

La mostra è stata inaugurata martedì 13 marzo, alle 13.30, nella pausa dei lavori dell'Assemblea regionale.