garante regionale dei diritti della persona
Notizie dal Garante
Il Garante all’incontro pubblico su “Giustizia riparativa e mediazione dei conflitti”
Il 4 dicembre 2023, presso il Circolo della Stampa di Trieste, il Garante regionale dei diritti della persona, prof. Paolo Pittaro, ha partecipato all’incontro pubblico su “Il paradigma riparativo: la giustizia dell’incontro”, evento che si iscrive nell’ambito del progetto “Cambiare dentro/Costruire fuori. Emancipazione, inclusione, salute mentale per le persone private della libertà”, promosso da ConF.Basaglia, approvato e finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, e che ha visto come relatori il prof. Giovanni Grandi, professore associato di Filosofia Morale presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università degli Studi di Trieste, il dott. Marcello Balestrieri ricercatore e formatore, Membro del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa Dike per la mediazione dei conflitti e la dott.ssa Laura Vaira, esperta in programmi di giustizia riparativa e formatrice della stessa Cooperativa. Nel suo intervento il Garante ha evidenziato come la c.d. riforma Cartabia abbia previsto un vero e proprio sistema di giustizia riparativa, tuttora in fase attuativa, non alternativo o sostitutivo della giustizia penale, ma che a questa si affianca, e che, non essendo più di nicchia, necessita di strutture, corsi formativi, personale gestionale e finanziamenti dedicati.
In aumento il sovraffollamento negli istituti penitenziari della Regione
Il Garante regionale di diritti della persona evidenzia che il Ministero della Giustizia ha reso noti i i dati relativi ai “detenuti italiani e stranieri presenti e capienze per istituto” aggiornati al 30 novembre 2023.
Da tempo il sovraffollamento carcerario è in costante aumento: attualmente, su una capienza nazionale (sui 189 istituti esistenti) pari a 51.272 unità i detenuti presenti sono 60.116, con un indice pari al 117,2% (e di cui 18.868 stranieri).
I cinque istituti penitenziari del Friuli Venezia Giulia (Trieste, Gorizia, Udine, Pordenone e Tolmezzo) hanno una capienza complessiva pari a 475 unità, ma con una presenza attuale di 632 detenuti, con un indice pari al 133% con 232 stranieri.
Le statistiche complessive vanno comunque elaborate e vagliate nelle sue componenti.
Il carcere di Gorizia ha 68 presenze (di cui 26 stranieri) su 53 posti con una percentuale del 128,3%; a Pordenone sono presenti 48 detenuti (di cui 17 stranieri) su una capienza di 37, con un indice del 121,6%; a Tolmezzo (che ricordiamo trattasi di un carcere di massima sicurezza) sono presenti 155 ristretti (di cui 16 stranieri) su una capienza di 149 con un indice pari al 104%. Molto più allarmante la situazione a Trieste, ove sono presenti 225 detenuti (fra i quali 27 donne e 128 stranieri) su una capienza di 150 posti, con un indice di sovraffollamento del 150%, nonché quella di Udine che presenta 139 detenuti (di cui 65 stranieri) su una capienza di 86 ed un indice del 161,6%.
Per altro verso il personale della polizia penitenziaria è ovunque sotto organico con carenze anche in quello amministrativo (specie contabile). Trascuriamo, in quanto diverso e più complesso, il discorso sugli educatori (formalmente: personale giuridico-pedagogico).
Si rincontra, finalmente, un dato positivo: se quattro anni or sono dei cinque penitenziari uno solo aveva un Direttore stabile di ruolo (quello di Tolmezzo), mentre negli altri quattro istituti il Direttori erano titolari di altre carceri nel Veneto e rivestivano la “reggenza” di uno o più istituti penitenziari del FVG, lentamente, dopo la assenza più che decennale di concorsi, e grazie alla riforma Cartabia che ha rimesso in moto il meccanismo, le carceri hanno man mano ottenuto un direttore stabile, sicché dal 20 novembre 2023 ognuna delle cinque case circondariali della Regione ha un Direttore titolare.
Dati sulla criminalità minorile in Italia 2010-2022
Recentemente il Ministero dell’interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione centrale della Polizia criminale - ha reso noto un ampio report relativo alla “Criminalità minorile in Italia 2012-2022”. La pubblicazione è di particolare interesse, in quanto vengono riportati i dati statistici del trascorso decennio, anno per anno, relativi alle denunce a carico di minori, la loro collocazione per fasce di età, la cittadinanza (italiana o straniera) e le singole tipologie di reato. In rapida sintesi, mentre le segnalazioni per furto sono in netta diminuzione, decisi incrementi riguardano i reati di rapina, lesioni dolose, minacce, rissa, danneggiamento, omicidio volontario e reati informatici. Preoccupante, in conclusione, l’aumento dell’uso della violenza nei reati contro la persona e contro il patrimonio.
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