garante regionale dei diritti della persona
Notizie
Soddisfazione del Garante regionale per la delibera regionale che consente ai dipendenti l’ottenimento di un’”identità alias” corrispondente al genere di elezione durante la procedura giudiziaria di rettificazione del genere.
Il Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione esprime soddisfazione per la delibera della Giunta regionale del FVG (n. 1540 dd. 22 agosto 2017), con la quale viene consentito ai dipendenti della Regione e degli enti regionali che hanno avviato un procedimento giudiziario di rettificazione del genere di ottenere un’”identità alias” provvisoria corrispondente al genere di elezione nelle more della definizione del procedimento di rettificazione anagrafica. Questo comporterà la possibilità di ottenere il rilascio di una tessera di riconoscimento e di una targhetta identificativa sulla porta dell’ufficio che riporti il nome di elezione, nonché l’adeguamento di tutte le conseguenti strumentazioni informatiche, compresa la possibilità di utilizzare tale identità alias anche nelle comunicazioni istituzionali all’esterno dell’amministrazione regionale.
Il Garante ritiene che Il provvedimento regionale corrisponda ad una buona prassi in linea con i più recenti orientamenti della Corte Costituzionale e delle corti europee in materia di rispetto del diritto alla privacy e alla tutela dei dati sensibili, dell’identità personale e sessuale anche sui luoghi di lavoro, nonché della più recente giurisprudenza per cui la rettifica del genere non richiede necessariamente interventi chirurgici demolitori-ricostruttivi degli organi sessuali.
Il Garante regionale esprime compiacimento per il fatto che la decisione della Giunta regionale del FVG sia giunta anche a seguito di una propria azione di sensibilizzazione compiuta in relazione a segnalazioni sottopostegli da un legale dell’Associazione Avvocatura dei Diritti LGBTI - Rete Lenford.
Confidando che altri Enti locali del FVG vorranno seguire ed adottare la buona prassi inaugurata dalla Regione FVG, il Garante regionale ricorda che nei mesi scorsi, in collaborazione con l’Associazione Avvocatura dei Diritti LGBTI– Rete Lenford, ha pubblicato nella propria collana “I Quaderni dei Diritti”, la guida: ”La condizione transessuale: profili giuridici, tutela antidiscriminatoria e buone pratiche”, scaricabile anche al link: http://www.consiglio.regione.fvg.it/export/sites/consiglio/pagine/garante-diritti-persona/garante/.allegati/CONDIZIONEtransessuale_2lr.pdf
Scarica la delibera n.1540 del 2017
Il Garante per le persone a rischio discriminazione Walter Citti interviene sul tema dei richiedenti protezione internazionale
Walter Citti, garante regionale per le persone soggette a rischio discriminazione esprime la propria preoccupazione per il fatto che svartiate decine di richiedenti protezione internazionale sono costretti alla condizione di senza fissa dimora nei principali capoluoghi della Regione Friuli Venezia Giulia, vivendo in condizionid i estrema marginalità. Questo in contrasto con quanto previsto dalla normativa europea e nazionale che obbliga le istituzioni a provvedere affinchè i richiedenti abbiano accesso a condizioni minime materiali di accoglienza fin dal momento in cui manifestano la volontà di richiedere la protezione internazionale (art.17 della direttiva 2013/33, recepita con il d.lgs. n. 142/2015).
Scarica il comunicato completo.
Il Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione chiede ai Servizi sociali dei Comuni del FVG di dare applicazione alla recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea che estende anche ai cittadini di Paesi terzi non membri dell’Unione europea regolarmente soggiornanti in Italia e titolari del permesso di soggiorno unico lavoro il beneficio sociale dell’assegno per famiglie numerose di cui all’art.65 della legge n. 448/1998.
Il Garante regionale ha scritto ai responsabili degli ambiti distrettuali enti gestori dei servizi sociali dei Comuni nonché all’ANCI FVG, segnalando che, in data 21.6.17, la Corte di Giustizia Europea ha emesso una sentenza di grande importanza per l’attività dei Comuni nella erogazione di prestazioni sociali per conto dell’INPS. La Corte di Giustizia europea, nella causa C-449/16, ha stabilito che l’articolo 65 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, nella parte in cui esclude i cittadini di Stati terzi non membri dell’Unione europea, titolari del permesso unico lavoro, dall’accesso all’assegno famiglie numerose, è in contrasto con l’articolo 12 della direttiva UE 2011/98 che garantisce ai titolari di tale permesso la parità di trattamento nelle prestazioni di sicurezza sociale.
Dalla sentenza della Corte di Giustizia europea consegue che la norma nazionale che esclude dal beneficio in questione i cittadini di Stati terzi non membri dell’Unione europea titolari di permesso unico lavoro (cioè di tutti i permessi di soggiorno che consentono l’esercizio dell’attività lavorativa in Italia, ivi compreso quello per motivi di famiglia) non può più trovare applicazione.
Nell’ambito delle prerogative assegnategli dalla legge istitutiva, il componente del Garante regionale dei diritti della persona per la funzione di garanzia a favore delle persone a rischio di discriminazione, raccomanda, pertanto, agli enti gestori del Servizio sociale dei Comuni del FVG di dare piena applicazione a quanto sancito dalla sentenza della Corte di Giustizia europea, in particolare dando immediata e corretta informazione sul punto alla cittadinanza (anche modificando a tale fine i siti istituzionali dell’amministrazioni di riferimento, ove necessario) accogliendo le domande pendenti o che verranno presentate dai titolari di permesso unico lavoro e comunicando l’avvenuto accoglimento all’INPS, secondo quanto previsto in materia di ripartizione delle competenze dalla normativa di riferimento, che assegna ai Comuni il potere di decisione sulle istanze e all’INPS l’erogazione del beneficio.
Scarica la lettera inviata agli Ambiti distrettuali.
Scarica la Sentenza della corte 21 giugno 2017.