garante regionale dei diritti della persona
Notizie dal Garante
Il Garante regionale cerca tutori volontari di MSNA
Il Garante regionale dei diritti della persona ricorda, ai cittadini interessati allo svolgimento di attività di volontariato, la possibilità di candidarsi come tutori volontari di MSNA.
Si tratta di un’attività a titolo gratuito, di forte rilevanza sociale, rivolta a minori stranieri che si trovano sul territorio regionale senza una figura adulta di riferimento. Per tale motivo al tutore sono attribuiti compiti di rappresentanza legale, cura degli interessi, ascolto dei bisogni, supporto dei MSNA assegnati al fine del perseguimento del loro benessere psico-fisico. L’attività non prevede la coabitazione, non trattandosi di affido familiare. Si richiedono, in particolare, disponibilità di tempo, di energie, nonché la predisposizione a creare e a mantenere proficui rapporti di rete con gli altri attori già coinvolti nel sistema dell’accoglienza (Servizi sociali, TM, comunità di accoglienza, etc.).
La domanda per accedere alla selezione può essere presentata in ogni momento, va compilata sulla base della modulistica appositamente predisposta e va inoltrata, esclusivamente a mezzo raccomandata A/R all’indirizzo: Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia - Servizio Organi di Garanzia – Garante regionale dei diritti della persona - P.zza Oberdan, n. 6 - 34133 Trieste, oppure in via telematica, tramite PEC intestata al candidato, al seguente indirizzo di posta elettronica certificata: garantefvg@certregione.fvg.it.
Di seguito, tutta la documentazione utile per candidarsi.
Il Garante Citti interviene in merito al tema della concessione dei contributi per la sicurezza delle case di abitazione
Il Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione ritiene che il Regolamento per l’assegnazione agli enti locali delle risorse per la concessione ai cittadini dei contributi per la sicurezza delle case di abitazione, recentemente emanato con D.P.Reg. 0152/Pres del 24 luglio 2018, possa contenere profili discriminatori contrari alle clausole di parità di trattamento contenute in norme dell’Unione europea ovvero al principio costituzionale di uguaglianza.
Questo con riferimento ai requisiti di nazionalità (cittadinanza) previsti nel regolamento medesimo per l’identificazione dei beneficiari della misura. Il Garante regionale rileva come il Regolamento non includa tra i possibili benefici ari alcune categorie di cittadini di Paesi terzi non membri UE che pure sono protette da clausole di parità di trattamento contenute in norme eurounitarie e debitamente recepite nell’ordinamento italiano, e più precisamente: a) I familiari di cittadini di Stati membri dell’Unione europea, indipendentemente dalla loro nazionalità, cui devono essere equiparati anche i cittadini di Paesi terzi familiari di cittadini italiani; b) i rifugiati politici e i titolari di protezione sussidiaria; b) i lavoratori altamente qualificati titolari di “carta Blu UE”.
Avendo in considerazione l’operatività del Regolamento ed il fatto che sia stato già emanato il bando per il riparto delle risorse finanziarie agli enti locali, per cui questi ultimi sono chiamati ora ad emanare i bandi per la concessione dei contributi ai cittadini, al fine di assicurare il pieno rispetto del principio di legalità, richiesto in base alla regola del primato e diretta applicazione delle norme eurounitarie, Il Garante raccomanda, pertanto, un tempestivo aggiornamento del regolamento regionale, così come della modulistica e delle informazioni agli enti locali e al pubblico.
Con riferimento all’esclusione dall’elenco dei beneficiari dei cittadini di Paesi terzi regolarmente soggiornanti, ma non titolari del permesso di soggiorno UE per lungosoggiornanti, il Garante regionale evidenzia possibili profili di contrasto con il principio costituzionale di uguaglianza.
Nel caso specifico, gli interventi finanziabili con i contribuiti previsti dal Regolamento sono volti all’installazione di sistemi di sicurezza presso alloggi in proprietà. Il Garante ritiene che possa apparire ragionevole e non arbitrario prevedere un requisito proporzionato di anzianità di residenza sul territorio, valido per tutti, senza distinzioni, ai soli fini delle garanzia di stabilità della presenza del beneficiario per assicurare la razionalità del procedimento amministrativo ed evitare esborsi pubblici a favore di persone che poi magari finirebbero per non usufruire degli interventi in ragione della loro mobilità territoriale. Purtuttavia, tale garanzia di stabilità della residenza del beneficiario ai fini di un razionale utilizzo delle risorse pubbliche, sembrerebbe già soddisfatta dal requisito richiesto della proprietà dell’immobile nel quale il beneficiario abbia la residenza anagrafica, così come da quello della sua residenza continuativa in un Comune del FVG da almeno cinque anni consecutivi. Al contrario, il Garante non vede una ragionevole correlazione tra il requisito di nazionalità (cittadinanza) in sé e la finalità perseguita dalla norma, ovvero quella di assicurare un più elevato livello di sicurezza e di garanzia di inviolabilità dell’abitazione di cui una persona ha la proprietà e nella quale risiede assieme al suo nucleo familiare. In altri termini, non paiono comprendersi le ragioni obiettive e non discriminatorie per cui un cittadino straniero, pur se regolarmente insediato in un Comune del FVG da almeno cinque anni, svolgendovi attività lavorativa e residente in un immobile di cui ha acquisito la proprietà, per il solo fatto della sua condizione di straniero, debba avere minori legittime aspettative di sicurezza e inviolabilità della propria abitazione di un cittadino italiano o di altro Paese membro dell’Unione europea.
PARERE E RACCOMANDAZIONI DEL GARANTE REGIONALE DEI DIRITTI DELLA PERSONA SULL'ACCORDO DI CHE FISSA UN TETTO DEL 45% DI MINORI STRANIERI PER CLASSE NELLE SCUOLE PER L’INFANZIA DI MONFALCONE.
Fabia Mellina Bares, Garante regionale per i bambini e gli adolescenti e Walter Citti, Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione, hanno tenuto una serie di riunioni per meglio comprendere i contenuti dell'Accordo di programma sottoscritto dal Comune di Monfalcone e dagli Istituti comprensivi “Giacich” e “Randaccio”, provvedimento che fissa un tetto del 45% di minori stranieri per classe nelle scuole dell'infanzia della cittadina.
Giovedì 26 luglio l'incontro si è svolto con l'Assessore competente del Comune di Monfalcone, Antonio Garritani, presso il locale Palazzo della Biblioteca; nella stessa data, presso la sede di Gorizia dell'Organo di garanzia, sono stati sentiti i rappresentanti dell'Ufficio scolastico regionale e di uno degli Istituti firmatari.
Il Garante regionale Walter Citti ha inoltre aderito all'invito a partecipare alla Conferenza di servizio dei dirigenti scolastici degli Istituti comprensivi concretamente o potenzialmente coinvolti dall'Accordo, svoltasi in data 30 luglio.
A seguito di tali incontri ed approfondimenti, il Garante regionale dei diritti della persona ha redatto un parere contente una serie di osservazioni e raccomandazioni sui contenuti dell’Accordo. Il parere è stato inviato alla Sindaca di Monfalcone, Anna Maria Cisint, al direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Igor Giacomini e all’Assessore regionale all’Istruzione, Alessia Rosolen.