garante regionale dei diritti della persona

Notizie

13 gennaio 2017

Comunicato del Garante Citti: Il Comune di Trieste continua a negare pari dignità sociale alle coppie omosessuali che intendono costituire un’ unione civile.

Il Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione esprime forti perplessità sulla recente deliberazione della Giunta comunale di Trieste (n. 719 del 29 dicembre 2016), con la quale viene confermata la decisione dell’Amministrazione comunale di  mantenere distinte e separate le sedi  per la celebrazione dei matrimoni civili,  rispetto a quella messa a disposizione per la costituzione delle unioni civili, così come di individuare   nuove sedi aggiuntive per la celebrazione dei soli matrimoni civili.

Il Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione ritiene che tale delibera, al pari di  quella precedente (n. 453 del 22.09.2016), sia discriminatoria ed illegittima, in quanto in palese violazione della clausola generale di equivalenza di cui al comma 20 dell’art. 1 della legge n.76/2016 per cui alle unioni civili devono essere estese tutte le leggi e i provvedimenti amministrativi (e dunque anche quelli comunali) in materia di matrimonio. Al fine di adeguarsi alla norma di legge nazionale, il  Comune di Trieste dovrebbe  semplicemente estendere anche alla costituzione delle unioni civili le norme previste dall’apposito regolamento comunale per la celebrazione dei matrimoni civili e relative deliberazioni giuntali relative a sedi e tariffario. Ugualmente, a parere del  Garante, non appare  giuridicamente fondato  il  trattamento differenziato operato dall’Amministrazione comunale in termini di esercizio del potere di delega da parte del Sindaco ex  art. 1 comma 3 D.P.R. n. 396/2000 per l’identificazione dei soggetti abilitati alla celebrazione del matrimonio rispetto a quelli abilitati alla costituzione delle unioni civili.  Con riferimento a prassi e decisioni amministrative analoghe a quelle triestine, rispettivamente del Comune di  Padova ( Veneto) e di quello di Stezzano (Lombardia),  la giustizia amministrativa ha recentemente riconosciuto che la sostanziale parificazione della nozione di coniuge con quella di persone unita civilmente, tanto negli aspetti dei rapporti personali che patrimoniali e successori, pur nella distinzione dei relativi e specifici istituti, fa sì che la richiamata  ‘clausola di equivalenza’ deve estendersi anche al momento costituivo del vincolo, obbligando dunque  il  Comune ad assicurare la   costituzione dell’unione civile  in maniera non difforme  rispetto a quanto previsto per la celebrazione del matrimonio quanto a sedi, tariffe e soggetti abilitati e delegati alla celebrazione (si veda TAR Lombardia, sezione di Brescia, sentenza 29 dicembre 2016; TAR Veneto, sez. I ordinanza cautelare 7 dicembre 2016).

Il Garante regionale, pertanto, esprime amarezza per il perpetuarsi sull’argomento di provvedimenti da parte del  Comune di Trieste che oltre ad apparire sempre più palesemente illegittimi alla luce dei recenti pronunciamenti giurisprudenziali dei diversi TAR, sembrano veicolare un messaggio discriminatorio contrario al principio fondamentale di pari  dignità sociale delle persone a prescindere dal loro orientamento sessuale.

 
19 dicembre 2016

Il Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione dott. Walter Citti al convegno "Pace, salute e inclusione. Diritti e responsabilità per tutti i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze” A Udine

L’evento, organizzato da Federsanità Anci con UNICEF Comitato di Udine e con il patrocinio del Garante Diritti delle Persone Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Udine e dell’Associazione “Gli Stelliniani” si svolgerà Giovedì 22 dicembre, dalle ore 11,00 alle ore 13,00 nel Liceo Classico Jacopo Stellini in piazza I Maggio, 24 a Udine. Il convegno viene organizzato per la celebrazione dei 70 anni di attività dell’Unicef, attività che è stata contrassegnata da interventi ed aiuti d’emergenza, assistenza di lungo periodo e speranza a bambini le cui vite e il cui futuro sono stati messi a rischio dal conflitto, dalle crisi, dalla povertà, dalle disuguaglianze e dalla discriminazione.

"Se il mondo non si concentrerà sulla drammatica situazione dei bambini più svantaggiati, entro il 2030 (data conclusiva degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) 69 milioni di bambini sotto i 5 anni moriranno per cause prevalentemente prevenibili, 167 milioni di bambini vivranno in povertà, 750 milioni di donne si saranno sposate da bambine e oltre 60 milioni di bambini in età da scuola primaria saranno esclusi dalla scuola." Questo l’allarme lanciato dall’UNICEF nel suo Rapporto annuale “La condizione dell’infanzia nel mondo 2016- La giusta opportunità per ogni bambino”. Secondo il rapporto, sono stati fatti importanti progressi nel salvare le vite dei bambini, riportandoli a scuola e aiutando le persone ad uscire dalla povertà. Il tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni, dal 1990 a oggi, è più che dimezzato. Globalmente, il numero di decessi annui fra i bambini sotto i 5 anni è diminuito da 5,4 milioni nel 2000 a 2,5 milioni nel 2015. I programmi di vaccinazione hanno ridotto di quasi l’80% i decessi per morbillo tra il 2000 e il 2014. E sempre rispetto al 1990, anche la mortalità materna è calata drasticamente (- 43%). In 129 Stati è stata raggiunta la pari opportunità nella scuola primaria e, globalmente, il numero delle persone che vivono in povertà estrema si è ridotto quasi della metà. Ma questi progressi non sono ancora equi. I bambini più poveri hanno il doppio delle probabilità di morire prima di 5 anni e di soffrire di malnutrizione cronica, rispetto ai coetanei di famiglie benestanti. Inoltre, circa 50 milioni di bambini sono stati sradicati dalle loro case, di questi 28 milioni sono sfollati a causa di conflitti. I bambini intrappolati in aree sotto assedio, compresa la Siria, l’Iraq e la Nigeria del Nord, corrono maggiori rischi di vedere i loro diritti violati, a causa degli attacchi contro le scuole, gli ospedali e le loro case. A livello globale, circa 250 milioni vivono in paesi colpiti da conflitti”. I conflitti, le crisi e una devastante povertà mettono a rischio le vite e il futuro di milioni di bambini.

Marilena Viviani, Direttore dell’Ufficio di Liaison dell’UNICEF (Ginevra)per il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, nata a Udine ed originaria di Manzano che ha frequentato il Liceo Classico Stellini, di Udine dal 1974 al 1979. Lavora con l ‘UNICEF da 25 anni, abbinando le sue esperienze sul campo con numerosi impegni internazionali a favore delle più complesse situazioni umanitarie o di nuovi partenariati globali. Ha trascorso 18 anni di carriera nei Paesi del Medio Oriente e in Africa e 10 anni tra le Direzioni centrali dell’UNICEF a News York e a Ginevra, ricoprendo diverse posizioni direttive.

Il programma della giornata prevede gli interventi di Giuseppe Santoro, Dirigente scolastico Liceo Classico “Jacopo Stellini” Udine, Furio Honsell, Sindaco di Udine, Gabriele Damiani, Presidente Associazione “Gli Stelliniani”, Giuseppe Napoli, Presidente Federsanità ANCI FVG, Alberto Zeppieri, Presidente UNICEF Comitato provinciale di Udine

Marilena Viviani, Direttore dell’Ufficio di Liaison dell’UNICEF, a Ginevra, Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia presenterà la relazione su “UNICEF 1946-2016: 70 anni per ogni bambino e ogni bambina”

Seguirà una Tavola rotonda con Walter Citti, Garante regionale dei diritti della persona, componente con funzioni di garanzia per le persone a rischio di discriminazione, Andrea Nunziata, docente Liceo Classico “Jacopo Stellini” di Udine, Eva Miola, studentessa dello stesso Liceo. Fungerà da moderatore Paolo Mosanghini, Capo Redattore Cronaca Udine, Messaggero Veneto.

 
15 dicembre 2016

Comunicato del garante Citti in merito alle manifestazioni di tensione ed intolleranza verificatesi dinnanzi al centro di accoglienza per richiedenti asilo "Villa Nazareth" a Trieste

Il Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione esprime profonda preoccupazione per le manifestazioni di  tensione ed intolleranza   verificatesi dinanzi al centro di accoglienza  per richiedenti asilo “Villa Nazareth” di Via dell’Istria, a Trieste, nella giornata di ieri.

Auspicando che venga fatta piena luce sul denunciato grave episodio di aggressione di una ragazza nella giornata precedente e vengano accertate  tutte le  responsabilità individuali,  il Garante regionale sottolinea come l’imputazione sommaria  di fatti e comportamenti criminosi ad intere collettività di individui, identificati solo in ragione della loro appartenenza etnico-razziale o della loro condizione di stranieri, con conseguente manifestazioni di violenza ed intolleranza sociale nei loro confronti, ci riportano ai periodi ed episodi  più bui della storia europea.

Fermo restando l’esigenza di assicurare maggiori condizioni di sicurezza per i cittadini, al fine di prevenire e contrastare ogni possibile  forma di violenza, ed in particolare quella particolarmente odiosa “di genere”, rivolta nei confronti delle donne, il Garante regionale  ricorda che la libertà di riunione, di manifestazione e di opinione devono trovare il giusto bilanciamento con la tutela della dignità umana e la difesa della civile convivenza, per cui non appare accettabile che nel corso di manifestazioni e presidi  vengano esibiti striscioni contenenti slogan e frasi  volte a creare un clima intimidatorio, offensivo, ostile, degradante ed umiliante nei confronti di interi gruppi di persone identificati in base alla loro origine etnico-razziale o alla loro condizione di stranieri, concretizzando comportamenti che possono costituire una forma di “molestia” a sfondo razziale vietata dall’ordinamento (direttiva 2000/43) se non di incitamento all’odio razziale.